Pensiero e mente sono direttamente collegati.
Se la mente non ci fosse, ovviamente, non ci sarebbe il pensiero in quanto i pensieri sono frutto di ragionamenti, induttivi o deduttivi che essi siano.
Come molti sapranno, però, mentre un ragionamento deduttivo se ha una base di partenza vera porta a una conclusione altrettanto vera, nei ragionamenti induttivi, ovvero quelli che partono dal particolare per arrivare al generale, non sempre si arriva a conclusioni universalmente valide.
Se a questo sommiamo che la mente, nella stragrande maggioranza degli uomini, è “costretta” al governo più che al servizio e, suo malgrado, necessita di servirsi del suo prodotto, il pensiero appunto, per salvarsi e salvarci, è facilmente intuibile come la maggior parte dei nostri pensieri siano viziati più che protesi alla creazione.
Penso quindi sono
Probabilmente a tanti sfugge che Cartesio, con il suo “Cogito ergo sum” volesse, più che dirci che l’uomo è uomo in quanto ha una sua autocoscienza, portare all’attenzione del mondo il concetto di dubbio metodico, quindi l’azione di mettere in dubbio ogni affermazione, ritenendola almeno inizialmente falsa fino a dimostrazione del contrario.
Oggi il “Penso dunque sono” ha assunto altre valenze, frutto per lo più dei tempi moderni che stiamo attraversando, ma, comunque, questi concetti, se pur travisati, hanno una verità di fondo innegabile: esistiamo solo se e a patto che prendiamo coscienza di noi stessi.
Anche in una situazione alterata quale potrebbe essere la realtà che ci circonda, vista attraverso gli occhiali della personalità che la modificano quasi completamente per la maggior parte del tempo, coscienza, autocoscienza e ragione (tesi, antitesi e sintesi) determina la nostra appartenenza al mondo.
La vita, poi, è ciò che quotidianamente accade.
Sorrido. L’altro giorno, in ascensore, con me sono salite altre due persone e non ho potuto non ascoltare quello che si dicevano.
Pioveva e uno si lamentava credendo che il tempo ce l’aveva con lui visto che la sera non sarebbe potuto andare a giocare a calcetto, come se davvero la natura tenesse in considerazione il Lorenzo, il Luca, il Mario di turno.
Siamo talmente pieni di noi stessi da pensare davvero che tutto gira intorno a noi, ce ne convinciamo e addirittura agiamo anche di conseguenza.
Ciò che ho imparato in questa vita è che qualche goccia di pioggia, un giorno o l’altro, cadrà sulla testa di tutti.
C’è una bellissima poesia di Henry Wadsworth Longfellow, “Giorno di pioggia“, autore forse poco noto, leggiamola insieme per comprendere il suo significato profondo:
La giornata è fredda, e scura, e cupa
Piove, e il vento non è mai stanco
La vite si aggrappa ancora al muro in rovina,
Ma ad ogni raffica le foglie morte cadono,
E i giorni sono scuri e cupi.
La mia vita è fredda e scura e cupa;
Piove, e il vento non è mai stanco;
I miei pensieri si aggrappano ancora al passato in rovina,
Ma le speranze della gioventù cadono fitte nell’esplosione,
E i giorni sono scuri e cupi.
Fermati, cuore triste! E smettila di lamentarti;
Dietro le nuvole il sole sta ancora splendendo
Il tuo destino è il destino comune di tutti
Nella vita di ognuno di noi deve cadere un pò di pioggia.
Alcuni giorni devono essere scuri e cupi.
I pensieri, la vita e l’adesso
Tutti i grandi maestri hanno sempre insegnato questo.
È plausibile, anche senza conoscerli davvero tutti, che in 24 ore, chi più chi meno, tutti avessero qualche problema da risolvere.
La differenza, però, è come questi maestri affrontano il quotidiano, questa per tutti noi può essere una grande lezione.
Partiamo da una constatazione: lavoro, amore e relazioni compongono la vita di ognuno di noi, soldi, salute e relazioni sociali sono le basi da cui la vita si sviluppa nella maggior parte dei casi.
Se abbiamo un lavoro, questo ci porterà inevitabilmente problemi.
Se abbiamo una relazione sentimentale, anche questa ci porterà piccoli/grandi problemi.
Stessa cosa vale per le relazioni sociali, anche nelle amicizie possono nascere dei disguidi e quindi problemi come anche nella vita di coppia.
Dovremmo entrare in questa logica: per il solo fatto di essere vivi e vivere, nella nostra vita ci saranno sempre giorni sì e giorni no.
È come affrontiamo il quotidiano, l’adesso, che farà la differenza.
La maggior parte delle persone usa il pensiero per come la stessa mente gli impone.
Nell’arco della giornata o siamo nel passato o a preoccuparci (quindi occuparci prima) di ciò che accadrà nel futuro, prossimo o a lungo termine che sia, quasi mai nell’adesso.
Il nostro ego ci illude che tutto gira intorno a noi.
Siamo alla perenne ricerca di soluzioni che ci permettano di vivere la vita a modo nostro e, quando questo non accade, ci fossilizziamo, pensando e ripensando a qualcosa, convinti che questo ci porterà presto o tardi all’intuizione giusta.
Impazienza, attaccamento, desiderio: questi sono gli ingredienti sempre presenti che condiscono la vita di ognuno di noi dandole un sapore strano, diverso, distorto.
A differenza dei veri maestri, raramente comprendiamo che in questo mondo nulla è permanente e che, quindi, niente dovrebbe essere ancorato come forma pensiero.
Non comprendiamo che lo stesso pensare a un problema, ad esempio, in realtà gli dà una forza micidiale è questo è dovuto a tanti fattori, in primo luogo il “non lasciar andare”.
Ogni pensiero è momentaneo, ha una nascita e una morte e per sua stessa natura è impermenente.
È solo il continuo riciclo che gli dà nuova vita come dà ancora vita all’oggetto pensato, che sia esistente o astratto.
Se poi si aggiunge che, spesso, diamo peso a un problema fino a quando alla nostra porta non bussa uno che riteniamo più grande e quando questo accade il primo perde forza e consistenza, forse riusciremo a comprendere e a ridere di noi stessi quel tanto che basta per cambiare il nostro modo di porci davanti all’oggi.
Una mente aperta
Possiamo o dobbiamo fuggire da tutto questo, lo dobbiamo a noi stesi.
Fino a quando non creeremo il vuoto non ci sarà spazio per niente altro.
Fino a quando affolleremo la mente con pensieri riciclati, non avremo l’energia sufficiente per crearne nuovi.
La mente produce costantemente il flusso dei pensieri e, fino a quando non la sottometteremo, non ci sarà mai la quiete necessaria per andare oltre e creare la nostra realtà, quella vera, quella ci permetterà di vivere.
Svuota la mente, ritroverai te stesso, inizia ora, te lo devi.
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