Sempre più spesso viene utilizzata la frase “La mente mente”.
All’apparenza è solo un gioco di parole che nasconde però una verità devastante per l’UOMO che non comprende fino in fondo il potere esercitato dalla sua mente sulla sua vita.
La mente è costretta a mentirci per sopravvivere.
In principio era l’UOMO.
L’UOMO era padrone di se stesso ed aveva il potere di mettere al suo servizio ogni elemento sia interiore che esteriore.
L’UOMO assoggettava il TUTTO mediante la sua volontà e, parimenti, governava ogni aspetto del suo MICROCOSMO.
La mente, ed in particolar modo il suo surrogato maggiore il PENSIERO, è uno dei meccanismi interni all’UOMO che permettono al CORPO SATURNIANO di espletare al meglio le sue missioni:
- sopravvivenza;
- riproduzione.
Quando, nei secoli, l’UOMO ha perso il suo potere di governo, la mente, essendo il meccanismo assegnatario del proseguo della specie umana, ha colmato il vuoto lasciato da tale perdita auto-assegnandosi il ruolo di governo.
La mente è e dovrebbe restare un meccanismo che aiuta l’UOMO non un meccanismo che lo comanda dandogli ordini, questo è da comprendere sin da subito.
Ogni uomo, ancora non formato, sarà succube della sua mente che utilizza il pensiero per assoggettarlo al suo volere.
Gran parte delle energie vitali di un uomo, difatti e a sua insaputa, sono corrose e dissipate proprio dalla mente mediante l’ utilizzo di due strumenti:
- il chiacchiericcio interiore;
- il suo alleato maggiore ossia il tempo;
che proiettano e distolgono la sua attenzione.
Il tempo
Ogni istante della vita di un uomo non è mai vissuto nel presente (nel “Qui ed ora”) ma nel passato (attraverso i ricordi) e nel futuro.
Con questo meccanismo la mente ti assoggetta ponendoti in una condizione nella quale i tuoi occhi sono ciechi.
Mediante costanti spostamenti sulla linea temporale, la tua mente ti impedisce di vedere concretamente la realtà, assoggettandoti.
La mente dovrebbe essere uno strumento che l’UOMO utilizza.
Proprio come un utensile, dovrebbe essere messa a riposo (a posto) quando non è necessaria utilizzarla.
Invece il suo lavoro è costante e questo ci impedisce di guardare oltre e soprattutto guardarci dentro.
La differenza tra gioia e piacere
In questo modo non scopriremo mai cosa significhi veramente:
- gioia
- amore
- pace
che sono i pilastri su cui ogni UOMO dovrebbe poggiare la sua esistenza.
Sino a quando questo non sarà fatto l’uomo non potrà in nessun modo uscire dalla sua meccanicità ed iniziare ad evolvere scoprendosi UOMO.
Se hai il coraggio di guardare la tua vita così com’è ora scoprirai che stai vivendo una vita immersa completamente nel dolore.
Il dolore
Il dolore nasce sin da quando iniziamo a fare esperienza nel mondo non comprendendo qual’è il nostro posto e il nostro ruolo.
Man mano che cresciamo si accumula auto-generandosi ed auto-alimentandosi.
Il dolore genera dolore.
L’uomo, normalmente, non avendo governo, non possiede le chiavi per eliminarlo e più si avanza nella vita, più il dolore aumenta.
Questo dolore, quindi, è provocato dal vuoto atavico nato quando abbiamo lasciato che la mente governasse al nostro posto ed è sfruttato dalla mente che non perde occasione per riproporlo attraverso i ricordi del passato e le preoccupazioni.
Essendo la mente preposta alla nostra sopravvivenza, prima che alla riproduzione, uno dei suoi compiti è avvisarci di qualsiasi forma di pericolo.
La mente procede per associazione quando è libera di agire, ragion per la quale, lavorando sempre e comunque poiché ormai detiene il controllo, ripropone in modo costante ricordi e anticipa situazioni future in cui ci fa presagire situazioni per noi pericolose (preoccupazioni), genera dolore e si auto-alimenta.
Sfruttando la distorsione temporale siamo, apparentemente, sempre in pericolo e viviamo in una realtà stereotipata vista con gli occhi della mente: stiamo vivendo per far vivere un meccanismo “parassitico” che si è impossessato del nostro corpo e fa di tutto per sopravvivere!
Il piacere e le sue contraddizioni
I rari sprazzi di “felicità” sono, quindi, solo dei “momenti di non dolore” e questo termine risulta inappropriato in quanto dovremmo chiamarlo d’ora in avanti PIACERE.
Il PIACERE è il “non dolore” e l’uomo lo prova quando soddisfa un suo desiderio… Ma il desiderio di chi?
Sappiamo che l’uomo non ha un CENTRO PERMANENTE ma è frutto di diversi IO che sono generati dalle diverse personalità che assume.
Il presente
Il discorso potrebbe risultare complesso solo perché l’uomo è riuscito a guardare oltre la sua mente rare volte.
È davanti alla commozione che si prova guardando un paesaggio, alla bellezza che si avverte davanti ad un dipinto, allo stupore di vedere una vita che nasce che l’uomo può rendersi conto di quanto ci sia oltre e che quello che sta vivendo è solo uno scorcio di vita.
È nei rari momenti che la mente si blocca perché “resta senza parole” che l’uomo può comprendere quanto sia separato dal TUTTO che lo circonda e può avvertire i tre stati sublimi di
- gioia vera,
- amore puro
- pace con se stesso.
Il tempo è un inganno, la vera vita è nel Qui ed Ora e sino a quando non avrai il coraggio di chiedere le chiavi di casa tua, vivrai sempre in questa menzogna e sentirai sempre la tua mente che ti mente per far sopravvivere il suo governo.
Abyssus abyssum invocat
Renovetur
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