Il dolore: ciò che può salvarci in questa vita

il dolore
25 Agosto 2022

L’uomo è un essere incredibile e meraviglioso che spesso fugge da ciò che può aiutarlo a crescere ed evolvere mentre ama ciò che lo lascia nel suo limbo.

Ogni giorno cerchiamo di evitare il dolore e abbiamo sviluppato diversi meccanismi nei nostri immensi cicli evolutivi che ci permettono di farlo.

Il nostro cervello, ad esempio, è assolutamente stato predisposto per toglierci da qualsiasi possibile imbarazzo.

Fondiamo la nostra vita su certezze che riteniamo assolute e, trascorrendo intere giornate con il pilota automatico inserito, affidiamo la nostra esistenza a questo potentissimo strumento, il miglior calcolatore oggi al mondo, che nel qui e ora cerca conferme di ciò che pensiamo per un solo scopo: evitarci stress “inutili”, angoscia e paure.

Il “non sapere”, il “non controllo” non piace certamente a nessuno.

La paura di non essere abbastanza non piace a nessuno.

Il timore di concretizzare e realizzare ciò che vorremmo/dovremmo fa parte di molti di noi.

Siamo sempre alla ricerca di equilibrio e stabilità e, di fronte alle sfide quotidiane, è sempre meglio assumere un atteggiamento passivo.

In fondo è nella nostra natura.

Di fronte a un pericolo abbiamo due scelte, combattere o fuggire, e la seconda è certamente la via più comoda.

Così ci affidiamo all’incoscienza, alla protezione che il cervello ci assicura, evitando ciò che possa farci soffrire, ignorando che il dolore è ciò che rende vivi ed è l’essenza che può spingere oltre ogni limite.

La coscienza del dolore

Perché provare dolore quando la vita dovrebbe essere gioia e lo scopo ultimo di questa esistenza dovrebbe essere cercare l’unità in pace con sé stessi e ciò che ci circonda?

I bisogni dell’uomo moderno sono sempre i medesimi per tutti.

Appagati i bisogni primari, quelli Fisiologi, ogni uomo inizia la scalata e, in successione, Sicurezza, Appartenenza, Stima e Auto realizzazione, sono le massime aspirazioni che ognuno di noi cerca in questa vita come nelle altre.

Accanto ai bisogni, però, compaiono i desideri, ciò che vorremmo.

Indipendentemente dal fatto di essere partoriti da noi o imposti dell’esterno, questi sono capaci di monopolizzare intere esistenze e di scatenere paure.

In fondo, se venissero realizzati, cambierebbero ciò che oggi siamo.

A guardar bene, in effetti, ogni uomo ancora non completamente risvegliato è facilmente manipolabile ed è veramente molto semplice convertire un desiderio in un bisogno, lavorando affinché si instauri la giusta motiv-azione (il motivo per cui facciamo qualcosa) per fargli fare ciò si vuole.

Vestiti firmati, accessori I-Tech, auto di un certo tipo sono davvero necessari?

La risposta è scontata ma, attenzione, la mia verità non è la tua perché conduciamo due esistenze completamente differenti, altrimenti in me ci sarebbe solo presunzione, presunzione appunto di avere la verità assoluta. Il “non giudizio” è fondamentale. Ognuno ha il suo percorso.

Superare i propri limiti personali

Da sempre sappiamo che per superare i propri limiti, ciò che oggi siamo, per evolvere, è necessario il sacrificio.

Il termine sacrificare, per la lingua italiana, ha derivazione latina.

Sacrificio, infatti, etimologicamente si compone nei termini sacrum (sacra) e ficium (fare).

Sacrificio, quindi, significa compiere un’azione sacra.

Quando dobbiamo dimagrire e non mangiamo, indipendentemente da quale sia la motivazione che ci spinge a farlo, stiamo facendo un sacrificio.

Per dimagrire, infatti, dobbiamo stare attenti a ciò che mangiamo, rinunciando spesso a ciò che per noi era buono e saporito, completamente o in parte.

Per perdere peso dobbiamo essere disposti ad andare in palestra, in ogni caso occupare parte della nostra giornata per muoverci, sforzandoci di farlo.

Per ottenere risultati, dobbiamo uscire dalla nostra comfort zone, ciò che ci ha portato a essere ora come siamo, superando il suo limite, per vivere in modo completamente differente rispetto a com’eravamo.

Se vogliamo ottenere dei risultati, dobbiamo necessariamente imparare ad accogliere ciò che per tutta la vita abbiamo sempre evitato: il dolore.

Rinunciare al cibo preferito porta dolore a livello emotivo.

Correre, andare in palestre e alzare qualche peso, porterà dolore a livello fisico.

Il sacrificio e l’evoluzione comporta dolore, sempre.

Accettandolo possiamo vivere in maniera più appagante, ma questo cosa comporta?

Quanto siamo disposti a provare dolore?

Vuoi non provare dolore?

Resta dove sei, così come sei. È semplice ma, sei davvero sicuro che in questo modo non proverai dolore?

L’anima per evolvere ha bisogno di eventi traumatici.

Già il fatto d’ignorarla, così come siamo soliti fare, comporta dolore.

Già il solo aver smarrito la via e perseguire con i paraocchi sul proprio cammino, ignorando la Via per cui siamo venuti, procura e procurerà dolore.

La tua mente attraverso il cervello crea costantemente dolore e, continuando con il pilota automatico, riceverai in cambio solo questo: tanto, tantissimo dolore.

La mente non sfugge al dolore… lo crea!

La tua Mente utilizza il Dolore per sopravvivere e così facendo aumenta costantemente  il “Corpo di Dolore”.

La Mente preferisce che l’uomo sia immobile per non fargli correre pericoli e per farlo si serve di stati d’animo negativi.

In fondo, se l’uomo non si occupa di sé stesso, qualcuno dovrà pur farlo.

Invidia, rabbia, gelosia, paura, ansia e così via, sono figli e frutto del corpo di dolore, in un uomo che ancora non ha preso coscienza del suo potere reale e ancora non è padrone di sé.

Rifletti…

Spesso la mente continua a “macerare” i ricordi, tanto che, a lungo andare, questi sono  falsificati e diventano auto-sabotati per chi li possiede, facendolo allontanare dal qui e ora reale.

Siamo convinti che le decisioni che prendiamo, le azioni che facciamo, le strade che percorriamo, siano scelte volontarie, spontanee e consce ma non siamo noi che scegliamo, è il nostro pilota automatico.

Da qui la provocazione, non è forse meglio auto indursi dolore attraverso sacrifici per ottenere ciò che davvero si desidera, in maniera controllata e cosciente, invece di aspettare che arrivi un conto ancora più salato?

Ogni giorno paghiamo una tassa di dolore, che aumenta in modo costante nel tempo.

È arrivato il tempo di liberarsene in modo definitivo?

Riprendiamo il controllo della nostra vita

Fisiologia, Sicurezza, Appartenenza, Stima, Auto realizzazione, hanno importanza nella vita di tutti, almeno fino a quando non si comprende chi si è davvero.

Ognuno crea la propria realtà e il proprio Tutto a immagine di sé stesso.

Se non siamo noi a farlo, è la nostra mente.

Dobbiamo imparare a riprendere il controllo della nostra vita.

A piccoli passi chiunque può riuscirci.

Inizia dal piccolo per arrivare al grande.

Ogni giorno fa un piccolo sacrificio e impara ad accettare il dolore.

Ben presto padroneggerai questa arte millenaria.

Anche la non azione è un’azione.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Parlare di dolore oggi

Parlare di dolore oggi non è semplice.

C’è tantissima sofferenza che ci circonda, con anime che hanno scelto di vivere questa esperienza.

Devi sapere che il dolore fa parte delle nostre vite e, come per l’uomo, è un carburante che molte entità sfruttano.

Il mal-essere, ad esempio, esso stesso provoca dolore e si alimenta con il dolore.

Quando non siamo noi al comando, ognuno si sente libero di prendere il controllo.

Possiamo in questo tempo chiudere questo cerchio.

Investi nella tua luce interiore, investi in te stesso e mira alla tua libertà.

Riceverai in cambio solo benefici.

Abyssus abyssum invocat

Renoventur

2 Commenti

  1. VolpeBianca

    È molto interessante questo articolo e, nel leggerlo, ritrovo la mia esperienza personale.
    Nel mondo esteriore io sono considerata una persona coraggiosa e determinata, ma riconosco benissimo che in realtà vivo di paure paralizzanti. E queste, possiamo definirle con un termine fisico, “resistenze” all’ azione, che in un primo momento si sono sviluppate come una sorta di protezione agli eventuali pericoli, sono diventate esse stesse fonte di dolore. Forse la fonte principale di dolore: è come se una parte di me (l anima?!) Soffrisse incessantemente nell indossare queste catene che le impediscono di muoversi fluidamente. E questo provoca dolore.
    Voi dite che allenarsi tutti i giorni al sacrificio può aiutare ad affrontare la paura della sofferenza, ma in realtà poca funzione ha nel mio caso. Come re-agire a ciò? Grazie

    Rispondi
    • Sirioalchimus

      Intanto grazie per la con-divisione.
      Hai provato a costruire il testimone e osservare queste paure?
      Occorre tempo, energia, “stare sul pezzo” come direbbero ma paga e tantissimo.
      Il sacrificio, che inizialmente possiamo considerare semplicemente come delle rinunce per procedere man mano dal piccolo al grande, fortifica.
      Più non possiamo fare a meno di ciò che sacrifichiamo sull’altare di noi stessi, maggiore sarà l’energia che riceveremo in cambio.
      O impariamo a soffrire in modo attivo o soffriremo per sempre in modo passivo.
      C’è un lato oscuro in ognuno di noi, la sfida?
      Farlo emergere e bruciarlo alla luce di noi stessi.
      Vero, non siamo stati abituati a farlo ma con costanza e disciplina tutti possono riuscirci, nessuno escluso e pensaci bene, maggiore è il lato oscuro, più facile è farlo emergere.
      È probabile che per questo “fai più fatica”, sei vicina alla meta e gli ultimi passi sono sempre i più faticosi.
      Osserva le paure senza giudizio, accoglile, e queste, solo perché vibrano, diventeranno sempre meno opprimenti.
      Grazie ancora per aver condiviso con noi.

      Rispondi

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