Dalla notte dei tempi si parla di geometria sacra e l’alchimia contemporanea di certo non può farne a meno.
Cattaneo, Agrippa, Leonardo, sono probabilmente alcuni dei nomi più conosciuti tra gli alchimisti che la utilizzavano ma ti assicuro che ogni operatore, antico e moderno, ha avuto ed ha a che fare con questa materia in ogni istante della sua vita.
La geometria sacra e l’alchimia
Cos’è realmente la geometria sacra e perché viene utilizzata?
Come sappiamo gli alchimisti del passato utilizzavano metafore (le così dette allegorie e metafore ermetiche) per nascondere il loro sapere in modo tale che, i segreti dell’Ars, restassero a disposizione solo di chi aveva le chiavi per decifrarli.
Questo, al contrario di quello che può sembrare, veniva fatto non perché i maestri avessero intenzione di celare e nascondere ma per preservare l’uomo comune e costringere gli operanti ad aprire le loro menti, tecnica che effettivamente permetteva la cristallizzazione del sapere poiché giunto per sforzo e non per tramando.
Spingere più in là un uomo verso la comprensione di concetti profondi, in effetti, prima che lo stesso abbia compreso sé stesso o concetti basilari, equivaleva ed equivale tutt’oggi a portarlo oltre la soglia, in un mondo del tutto estraneo pieno di pericoli reali e concreti.
Le chiavi interpretative, è bene ricordarlo, non venivano offerte come appendice dei trattati, ciò che oggi succede, ma venivano offerte solo se, a parere di chi le aveva già ricevute, chi le cercava era degno.
Fulcanelli, ad esempio, nel “Il mistero delle cattedrali”, mai spiegò il vero significato delle tantissime metafore eppure questo tomo resta oggi uno dei più grandi manuali di Alchimia Contemporanea che l’uomo abbia mai visto.
Così, simboli e relativi numeri, difficilmente possono essere compresi dall’uomo che ancora non è pronto.
Eppure la storia ne è piena
Parlando dei 3 corpi (quantico, eterico, fisico) , ad esempio, abbiamo utilizzato una raffigurazione (3 cerchi concentrici) per rendere visivamente il tutto comprensibile.
Bene.
Nell’ Arbor Scientiae Raimondo Lullo rappresenta questi 3 corpi come tre simboli:
- Cerchio;
- Quadrato;
- Triangolo;
l’uno posto nell’atro in cui il Cerchio è all’esterno, il Quadrato all’interno del Cerchio e il Triangolo nel Quadrato.
Ci viene narrata la parabola del Quantità.
La Quantità aveva una mela e 3 figli.
Doveva lasciare la mela in eredità ma tutti e tre i figli la volevano.
Il Cerchio, in qualità di primogenito, la reclamava per sé in quanto era sicuramente il più veloce nonché il più grande.
Il Quadrato idem perché sicuramente più vicino al centro rispetto al Cerchio e più grande del Triangolo.
Il Triangolo perché più vicino al centro della figura.
Quantità lasciò la mela a Triangolo ma fu accusata da tutte le Entità, suoi parenti, per aver favorito Triangolo.
I motivi? Tutti validi e giusti ma Quantità sapeva qual che faceva.
In questa allegoria il Cerchio rappresenta la Fonte, il Quadrato la Terra e il Triangolo l’uomo, raccordo tra i due mondi.
Questa parabola del Beato Lullo la ritroviamo certamente nell’ Uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, anche se, come storia insegna e il nome dell’opera suggerisce, il tutto parte da un trattato di Marco Vitruvio Pollione, il “De architectura” composto certamente quando il maestro era in vita (80 a.C. circa – 20 a.C. circa).
Simboli a caso?
Assolutamente no!
Comprendiamo cosa significano.
Geometria sacra e simbolismo
Il simbolo da sempre rappresenta nel mondo alchemico una sintesi della conoscenza per l’uomo e serve ad esprimerla e a trasmetterla.
I simboli basilari, ad esempio, espressi anche attraverso i relativi numeri (2, 3, 4, 5, 6) hanno un loro significato ben preciso se rapportati allo sviluppo interiore dell’uomo.
L’uomo comune, normalmente, come più volte detto, può essere rappresentato con il simbolo
e, conseguentemente, con il numero 2 poiché è interamente costituito da coppie di contrari.
Sensazioni, emozioni, pensieri sono sempre divisi in positivi e negativi, contrapposti gli uni agli altri, e la sua intera esistenza si può descrivere come una sintesi di vita meccanica vissuta all’ombra di ciò che poteva essere.
Per prendere coscienza della propria dualità, l’uomo normale ha bisogno di un Choch in grado di aprirgli gli occhi.
Tuttavia spesso accade che, passato, l’uomo ripiomba nel sul sonno.
Uscire dalla dualità richiede uno sforzo enorme e non tutti gli uomini sono in grado di attraversare la soglia.
Solo se l’uomo è in grado di approfittare di questi eventi, per nulla piacevoli, e di far propri gli insegnamenti ricevuti, potrà sperare di uscire da questa meccanicità.
Nel momento in cui l’uomo lo comprende, inizia ad osservarsi e creerà il testimone.
Accanto alla dualità compare un nuovo elemento, silente e non giucante
sintetizzabile con il numero 3.
La comprensione, tramite l’osservazione e il non giudizio, se accolta porta alla distruzione del vecchio sé e all’avvento di un uomo nuovo non più schiavo della propria meccanicità ma capace finalmente di volere.
Inizia allora la lotta interiore per piegare alla coscienza ciò che era incosciente e il duale sarà trasformato in trinità.
Prende dunque vita il Triangolo che, se stabilirà un centro di gravità permanete, potrà presto trasformarsi in un Quadrato
sintetizzabile con il numero corrispondente 4.
Per comprendere il Pentagramma dovremmo passare per l’insegnamento dei centri.
Si sappia, per adesso, che l’uomo possiede 5 centri:
- Sessuale;
- Istintivo;
- Motore;
- Emozionale;
- Intellettuale.
Nell’uomo comune questi centri lavorano indipendente l’uno dell’altro, in modo completamente disarmonico tanto che spesso un centro svolge il lavoro dell’altro anche se non ha le caratteristiche per farlo.
La creazione del Quadrato dona all’uomo il completo controllo tramite il concepimento del Centro di Gravità permanente.
L’uomo è quindi ora in grado di utilizzare il centro giusto al momento giusto e scopre che la macchina a sua disposizione ha altre interessanti funzioni.
I vecchi centri vengono finalmente riallineati e nessun centro è più preponderante sull’altro, come accadeva nell’uomo precedente, dove un centro era certamente più sviluppato a discapito di altri.
Si chiude quindi il pentacolo
sintetizzabile con il numero 5.
L’uomo prende pienamente coscienza di sé e di tutto quello che lo circonda, iniziando finalmente ad osservare la stessa dualità che lo contraddistingueva precedentemente nel TUTTO.
Diventa così l’osservatore dell’osservante, capace di governare il creato perché diventa egli stesso un creante.
Per riflesso, inizia a sottrarsi man mano alle leggi che lo governavano, anche le più alte provvenienti da tutti i Soli, dal Sole, tutti i Pianeti e dalla stessa Madre Malkuth, decima sfera.
Vive in armonia con sé stesso e il TUTTO poiché, ora comprende e vede.
Adesso realmente sa ciò come vuole, perché non più schiavo ma padrone a casa sua, e ha i mezzi per ottenere ciò che realmente desidera.
È in questa fase, lentissima, ché viene introdotta nel pentagramma la linea della volontà prima nel cerchio del tempo e poi in quello dell’eternità.
Il pentagramma diventa allora la stella a 6 punte che tutti conosciamo (Sigillo di Salomone)
rappresentato con in numero 6 e l’Opera è pressoché compiuta perché l’UOMO nuovo ha scoperto la Pietra filosofale (sé stesso) e, come conseguenza, l’Elisir di lunga vita (l’immortalità come governo del tempo e dello spazio).
Geometria sacra e il simbolo sacro dell’universo
Tutto questo per dire che il simbolismo è da sempre utilizzato e da sempre ci circonda.
Esiste un simbolo antichissimo, ad esempio, che collega in sé tutte le leggi dell’Universo (la legge del 3, la legge del 7, la legge dell’Ottava, ecc.) ed è in grado di tracciare delle linee all’interno di un cerchio, secondo un preciso schema, che compongono una linea continua e un moto perpetuo.
Questo simbolo sacro, fatto proprio, consente di interpretare tutti i fenomeni che ci circondano ed è stato utilizzato per secoli da tutti gli alchimisti per spiegare fenomeni inspiegabili, portare energia dove serviva e dare energia a cose animate ed inamate.
È fondamentale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo meditare intensamente su questo schema.
Gli saranno rivelate cose che non conosceva e, aprendo la mente, potrà scoprire come sono nati i fondamenti su cui si poggia ora la sua vita come ad esempio la matematica stessa.
Sappiamo che il sistema decimale si basa sulla combinazione di 9 numeri (dall’uno al nove).
Ma a quanto risale questo sistema numerico?
Potevano popolazioni millenni fa’ saperlo?
Sappiamo che la legge del 7 è ricorrente nella nostra vita e la governa nostro malgrado.
Sette sono i giorni della settimana, 7 sono le note musicali senza i semitoni… TUTTO risponde alla legge del 7 e del 3 (fondamento attivo, passivo e neutralizzante).
Dividiamo, dunque, l’unità per 7 e poi procediamo con ordine su tutta la scala facendo la stessa cosa.
1/7 = 0.142857
Continuiamo con gli altri numeri
2/7 = 0,285714
3/7 = 0.428571
4/7 = 0.571428
5/7 = 0.714285
6/7 = 0.857142
7/7 = 0,999999
Ai più non sarà sfuggito che per le prime 6 divisioni c’è una successione di numeri prestabilita.
L’142857 diventa infatti 285714, gli stessi numeri si ripeto nella stessa successione scambiati di posto secondo un ordine prestabilito.
285714 diventa 428571, il 428517 diventa 571428, 571428 diventa 714285 e 714285 diventa 857142.
L’ultima divisione 7/7 è un numero peridico (9) che si ripete.
Preso un cerchio, simbolo dell’unità, lo si divida in 9 parti uguali per effetto della divisione dell’ultima unità della scala per sé stessa a completamento del ciclo, prima che una nuova scala ricominci con frequenze più alte o più basse in base alla legge del 7.
Numeriamo i punti delle 9 parti e tracciamo le linee secondo schema 1-4-2-8-5-7.
L’ultima linea torna dal 7 all’1 per chiudere il ciclo, visto che non abbiamo usato nuove ottave.
Il risultato stupefacente sarà sempre una linea continua, energeticamente piena, perpetuamente in movimento.
A questo punto quali sono i punti che non sono assolutamente toccati dalle linee?
Il 3, il 6, il 9.
Uniamoli con un’altra linea ed otterremo un triangolo perfetto.
All’interno del Cerchio, con la linea continua inspezzata che simboleggia la vita, abbiamo unito la Legge del 3 e la Legge del 7.
Tutto può essere spiegato con questo simbolo.
All’interno del cerchio della vita, con le energie in perpetuo movimento vi è l’uomo che, prendendo coscienza della sua dualità, può iniziare a capire e comprendere quello che intorno gli accade.
Medita, custodiscilo, fallo tuo.
Abyssus abyssum invocat
Renovetur
Salve vorrei sapere il significato alchemico del triangolo nel cerchio.
Grazie
Ciao Maria, domanda molto interessante.
Il simbolo del triangolo all’interno del cerchio è una rappresentazione complessa e affascinante che racchiude molti significati profondi nell’alchimia e nelle tradizioni esoteriche. Questo simbolo, infatti, non è solo una semplice figura geometrica, ma un emblema ricco di implicazioni filosofiche e spirituali.
Il cerchio è da sempre considerato un simbolo dell’unità, dell’infinito e dell’eternità. La sua forma senza inizio né fine rappresenta il tutto, il cosmo e la totalità. Nell’alchimia, il cerchio può anche essere associato all’oro, il metallo perfetto e incorruttibile, che simboleggia la perfezione e la realizzazione ultima dell’opera alchemica. Il triangolo, invece, è una figura che evoca la trinità e l’equilibrio. Nei testi alchemici, il triangolo è spesso utilizzato per rappresentare i tre principi fondamentali: zolfo (lo spirito), mercurio (l’anima) e sale (il corpo). Questi tre elementi devono essere equilibrati e armonizzati per ottenere la trasmutazione alchemica.
Inserendo il triangolo all’interno del cerchio, si ottiene una rappresentazione visiva dell’unione degli opposti. Il cerchio è tradizionalmente associato al principio femminile, simbolo della totalità, dell’inclusività e dell’accoglienza. Il triangolo, con le sue linee dritte e gli angoli acuti, rappresenta invece il principio maschile, caratterizzato dall’azione, dalla direzione e dall’intenzione. L’unione di questi due simboli allude all’equilibrio perfetto tra il maschile e il femminile, tra il passivo e l’attivo, un tema centrale nella filosofia alchemica.
Nell’alchimia, il triangolo all’interno del cerchio è spesso associato alla pietra filosofale, il mitico obiettivo degli alchimisti. La pietra filosofale non è solo un mezzo per trasmutare i metalli vili in oro, ma anche una metafora per la trasformazione spirituale e l’illuminazione. Rappresenta la ricerca della perfezione e dell’immortalità, sia fisica che spirituale. Il simbolo del triangolo nel cerchio incarna questa ricerca, suggerendo che solo attraverso l’armonizzazione degli opposti e l’equilibrio dei principi fondamentali si può raggiungere la vera saggezza e l’illuminazione.
In un contesto più esoterico, il triangolo all’interno del cerchio è visto come un simbolo di illuminazione spirituale e realizzazione interiore. Il cerchio rappresenta il ciclo della vita, la natura infinita dell’esistenza, mentre il triangolo suggerisce l’ascensione spirituale e la ricerca della perfezione. Nella geometria sacra, questa figura è spesso utilizzata per rappresentare l’armonia e la proporzione divina, sottolineando la perfezione e la simmetria dell’universo. È un richiamo alla natura armoniosa del cosmo e alla connessione tra tutte le cose.
Alcuni studiosi interpretano il triangolo all’interno del cerchio come una rappresentazione dei quattro elementi alchemici: terra, aria, fuoco e acqua. Questi elementi sono integrati in un’unica figura geometrica che rappresenta l’unità dell’esistenza. Il cerchio, con la sua perfezione, racchiude e contiene il triangolo, che simboleggia l’equilibrio e la coesione degli elementi, necessari per la realizzazione dell’opera alchemica.